La nuova frontiera del lavoro moderno è misto, ibrido, distribuito.
Solo un anno fa sembrava impensabile, ma nuove modalità flessibili di lavoro si stanno consolidando, fino a quasi smaterializzare del tutto gli spazi fisici lavorativi con una forza lavoro sempre – o quasi sempre – geograficamente distribuita.
L’esperienza che la persona, messa al centro, possa conciliare il tempo lavorativo con quello privato ed essere altamente produttiva sarà, non più un benefit, ma un dato di fatto.
Quindi nel concreto cosa accade già (e accadrà) nel lavoro distribuito?
Vediamo un esempio:
- Anna lavora esclusivamente da remoto.
- Pietro lavora in sede, in un ambiente di lavoro agile (per obiettivi, con orario di lavoro flessibile).
- Gianni a volte lavora da casa, altre volte in sede.
- Mirko, viaggia molto, e sfrutta qualsiasi ambiente itinerante: dalle caffetterie, a spazi di coworking prenotati last minute.
- Mara è una mamma. Lavora a progetti e per obiettivi, non ha un orario fisso; lavora a fasce orarie giornaliere.
- Giacomo è un libero professionista, un consulente, le cui attività sono di volta in volta programmate da remoto sia in presenza in concerto con il suo team.
- Luca concorda mensilmente con l’azienda, turandosi con i colleghi, in quali giornate svolgere le proprie attività in presenza e in quali da remoto.
Ora, immaginiamo queste 7 tipologie di lavoratori che lavorano insieme e nella/per la stessa organizzazione, magari nello stesso team.
Utopia? No, è il lavoro distribuito, ed è già realtà.
Le aziende che in futuro impiegheranno una forza lavoro distribuita (i talenti cercheranno questa soluzione flessibile) dovranno superare le sfide logistiche per supportare e fidelizzare gruppi di lavoro che potrebbero non lavorare nello stesso luog e allo stesso tempo.
Servirà sempre di più un ambiente virtuale di lavoro distribuito in cui comunicazioni e attività possano essere svolte in modo organico, con membri anche non fisicamente co-presenti. Un ambiente efficiente che consenta un’operatività sia sincrono sia a-sincrona.
Ora, ci si domanderà:
- Come rendere smart/distribuite le attività ordinarie?
- Come riunire tutti con efficacia?
- Quali barriere e ostacoli occorre superare per creare IL luogo di cui ogni dipendente abbia realmente bisogno?
I datori di lavoro di team distribuiti hanno e avranno poco controllo su dove di fatto lavoreranno i loro dipendenti (si tratti di un abitazione, di uno spazio di coworking, di una caffetteria, l’aeroporto o un qualsiasi altro numero potenzialmente infinito di spazi formali e informali), ma ciò non significa che non ci possa essere un buon monitoraggio e coordinamento di processi e risultati.
A questo rispondono solide infrastrutture digitali in cloud, ambienti in grado di ospitare tutte le attività e per tutti i team.
Il Cloud abbatte ogni barriera fisica e consente ad ogni individuo da qualunque device (computer, smartphone) di accedere agli stessi file per collaborare insieme, di iniziare una Call in presenza e magari terminarla in mobilità con lo smartphone e molto altro.
Le risorse digitali creano un ambiente virtuale a portata di mano abbattendo barriere geografico temporali e consentendo a tutti accedere a un unico sistema sicuro.
Il lavoro distribuito è new normal, una nuova frontiera non più legata ad una pandemia o al distanziamento sociale, ma ad una flessibilità strutturata attraverso Digital Workplace creati su misura per potenziare le nostre attività.
Per una vera business continuity distribuita occorrono:
Passaggio al cloud (ad es. migrazione a Microsoft 365) per accedere con diversi livelli di permessi per i diversi utenti (e sempre in sicurezza) al proprio ecosistema lavorativo sempre e da dovunque.
Pianificazione e nuovo mindset: identificazione degli obiettivi, delle criticità e delle priorità dei processi perché venga messa in campo una soluzione tecnologica soddisfacente (su misura e non disorientante).
Identificazione degli strumenti: messa in campo di soluzioni per la comunicazione e collaborazione integrata.
Formazione: usabilità degli strumenti di default, ma anche accompagnamento alla scoperta delle potenzialità degli strumenti di collaborazione.
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